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Monscia, monscietta...
di Franco Isman


Un mese fa il ben noto episodio di Marilyn Manson dove il sindaco di Monza, dopo una prima limitazione del numero di spettatori, che avrebbero potuto accedere soltanto al prato per inagibilità delle tribune, sempre con la motivazione dei lavori in corso ha proibito del tutto l'uso dello stadio Brianteo. Manson è quello che è, predica una “religione” dichiaratamente di ispirazione satanica, può essere di grave danno a giovani particolarmente sensibili: questa è anche la convinzione di chi scrive. Il Comune è proprietario dello stadio ma non ha alcun potere nei confronti dell'affittuario Calcio Monza per proibirne l'utilizzazione, i Sodom esibitisi l'anno scorso con l'amministrazione Colombo non sono molto meglio di Manson: anche questi sono dati reali.
Certo è che l'amministrazione ha scelto la strada peggiore lasciando tutti o quasi nella convinzione, vera o errata che sia, che i motivi tecnici fossero una scusa e che in realtà si sia trattato di una marcia indietro, di una vera e propria censura intervenuta in un momento successivo a seguito delle violente critiche delle opposizioni.

Adesso la censura della copertina dello speciale “tuaMonza” edito dal Comune per la sagra di San Giovanni, e siamo al grottesco.
I fatti: la copertina del giornale rappresentava un particolare di una sfilata storica precedente (a Monza?) in cui una ragazza in costume medioevale si inchina mettendo in evidenza un pupazzo di pezza con due grossi seni nudi di cartapesta, pupazzo che faceva parte del costume, pare con una certa rispondenza filologica alla realtà storica. Una immagine più o meno bella, di maggiore o minore buon gusto, certamente non offensiva del comune senso del pudore.

La copertina originale    il 'tacon'

Le prime copie vengono visionate dagli amministratori che rabbrividiscono e, non sappiamo se motu proprio o su suggerimento di qualche autorevole membro dell'opposizione, decidono che quelle tette non hanno da essere. Febbrili consultazioni anche con lo stampatore, infine il lampo di genio: una cinquantina di copie già consegnate alla Pro Monza vengono depauperate della copertina (Il Giornale di Monza parla di 15.000 copie e di una nottata di poveri dipendenti comunali passata a strappare copertine, ma l'assessore alla partita giura sul suo onore che è una “bufala”), in tutte le altre un vistoso adesivo reclamizzante “La luna sul Lambro” va a coprire le “vergogne”.

Questa è l'amministrazione di centro sinistra di Monza con l'assessore alla Comunicazione di Rifondazione comunista. Sembra di essere tornati agli anni Cinquanta quando sulle locandine dei film esposte nelle vetrine (ho in mente in particolare l'Ambrosini) le scollature troppo audaci e le gambe delle attrici venivano rivestite con sapiente pittura su istanza di monsignor arciprete. Questa è la Monza che ambisce a diventare capoluogo di provincia e che nelle intenzioni del sindaco meriterebbe un rilancio in sede europea.

Franco Isman


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  6 giugno 2003